“Non so perché sto andando in bagno a lavarmi i capelli, sono le quattro di mattina di una domenica qualunque.

Potrebbe essere la mia ennesima notte qualunque. Non so più dire che giorno è, mi sembrano tutti uguali. So solo che mi sto alzando dal letto per andare a lavarmi i capelli. Li devo lavare, sono sporchi, li sento sporchi. I più sporchi mai avuti. Rompo il silenzio della notte con il rubinetto aperto. Sfrego. E mentre sfrego piango. Piango probabilmente le mie ultime lacrime.Quante lacrime ha a disposizione un essere umano? Una donna che perde suo figlio quante lacrime ha a disposizione?

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Circa 2.000 genitori, in Italia, hanno perso un figlio in utero o appena nato

Accendo il phon, anche se al minimo fa rumore. Magari questo rumore copre le mie urla strazianti che escono solo come silenzio”.

Non c’è posto più sicuro della pancia della Mamma. La maternità è l’ esperienza più universale ma anche più soggettiva che si possa vivere, non c’è un segreto o un manuale di istruzioni: ci sei solo tu, Madre, che accompagni la crescita psico- fisica di quel corpo che ti sta crescendo dentro.

Lo coccoli con la voce, speri che le carezze al tuo ventre accarezzino anche il suo viso, le ecografie sono il vostro appuntamento.

Le due linee del test di gravidanza danno origine ad una trasformazione del proprio sé permettendo un accesso privilegiato al proprio mondo interno formato anche dalle immagini primordiali del proprio rapporto con il materno. Questo idillio duale, di madre e figlio che reciprocamente esistono in funzione dell’ Altro è forse l’ aspetto più meraviglioso della gravidanza.

E non dovrebbe mai essere interrotto.

CIRCA 2 MILA GENITORI, IN ITALIA, HANNO PERSO UN FIGLIO IN UTERO O APPENA NATO

Si stima che una donna su sei perda suo figlio per cause non dipendenti dalla sua volontà. Si chiama aborto, se accade entro la 22 settimana di gestazione, morte in utero se dopo la 22 settimana di gestazione. Lutto perinatale è anche  la perdita del bambino subito dopo la nascita.

Un dolore così forte che toglie il fiato e ti uccide dentro.

Non c’è battito”

Sono le uniche parole in grado di farti morire anche se respiri ancora.

E’ UTILE CONDIVIDERE IL PROPRIO VISSUTO PER ALLENTARE IL SENSO DI SOLITUDINE DURANTE IL LUTTO

Di questo argomento se ne parla poco, e spesso solo quando accade. La donna/ la coppia si sente responsabile dell’ accaduto, ha l’ impressione di aver fatto qualcosa di sbagliato sviluppando sentimenti di colpa, solitudine e mortificazione. Di rado l’aborto spontaneo è causato da un errore materno o paterno, la causa, nella quasi totolità degli aborti, è da imputare ad un errore nel codice genetico avvenuto al momento del concepimento.

Sentendo si responsabili non se ne parla all’  esterno trovando spazio solo tra le mura di chi ci è passato, è un dolore  atroce che sembrano non esserci le parole per nominarlo come in una sorta di se non lo nomino non esiste. È altrettanto vero che se non ci si passa è difficile da comprendere per intero perché la vita che ti scivola fra le braccia non si spiega, si sente e basta. A livello culturale la morte in utero è ancora un tabù e a questo si accompagna anche il vissuto di colpa della donna che crede di essere responsabile dell’ accaduto.

Il lutto perinatale segna profondamente la donna e il partner e non è raro assistere ad una profonda crisi di coppia o conseguenze gravi sulla salute personale, di coppia e familiare.

Con l’ aborto o la morte in utero il bambino immaginato sparisce lasciando posto alla rabbia, alla disperazione.

Allo shock.

È difficile parlarne perché spesso si ha paura che il proprio dolore possa essere sminuito perché le settimane di vita del bambino erano poche, ma “quello era il mio bambino” .

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Lutto perinatale: consigliamo la lettura di Silvia Giannatti

Il senso di perdita è pervasivo

Come in ogni lutto si piange il proprio oggetto d’ amore perduto, la relazione interrotta e i progetti. Il senso di solitudine è invadente e non da tregua, almeno nei primi periodi il lutto è totalizzante e condiziona in modo prepotente la vita. Ma non è allontanandolo con la stessa prepotenza con cui lui compare che se ne andrà. In inglese lutto perinatale si dice Babyloss ad indicare che la perdita non è solo del feto ma anche dell’ identità genitoriale che si stava formando.

Loss, perdere, una parte di sé insieme al proprio bambino.

Il lutto va attraversato, la ferita deve liberarsi completamente del materiale infetto affinché si possa trasformare in feritoia e essere numinosa da permettere la trasformazione, ovvero reintegrare quella parte di sé nella propria narrazione e avere finalmente le parole per dire addio a quel figlio.

Non esiste un tempo standard per superare un lutto

Non c’è un tempo standard, la casistica ci informa che il tempo medio e’ di un anno e mezzo, ma ognuno ha il suo di tempo che è prezioso e va rispettato.

Da solo però non scompare,può rimanere li, silente, trasmettendo irrazionalità a cui non riusciamo a dare senso. Il consiglio è quello di parlarne in coppia e chiedere aiuto e sostegno ad un professionista della salute mentale.

Il dolore della perdita non si misura in numero di respiri o di battiti, la perdita di un figlio è la perdita di un figlio e c’è tanto dolore da raccontare e condividere.

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