Le cellule staminali emopoietiche sono una valida ed efficace terapia nella cura di molte malattie del sangue. Tali trasfusioni si possono fare tramite il midollo, ma reperire un donatore è estremamente difficile, perciò i ricercatori che si occupano delle cure hanno trovato una valida alternativa nei cordoni ombelicali. Le cellule staminali del cordone ombelicale non sono in realtà una semplice alternativa, ma molto di più. Hanno un grado di staminalità maggiore rispetto a quelle del midollo. Ciò vuol dire che sono in grado di creare svariati tipi di cellule. Inoltre, hanno un minor rischio di rigetto.
In molti sono consapevoli dell’importanza delle cellule staminali e molte future mamme si domandano se possono fare la differenza.
Come avviene il prelievo dal cordone ombelicale
Molti decidono di non donare, parliamo in generale e non sono nel caso del cordone, per paura. La paura tuttavia, in questo caso, è totalmente ingiustificata. Se si decide di donare il sangue del cordone questo avviene a taglio effettuato in una quantità minima (circa un decimo di litro). Dopodiché il sangue viene inviato in una delle circa cinquanta banche delle staminali per essere esaminato e se idoneo congelato.
“Il prelievo è assolutamente privo di rischi per la donna e il bambino. Il sangue contenente le staminali viene raccolto attraverso una piccola puntura del cordone ombelicale a taglio avvenuto”, spiega Paolo Rebulla, primario del Centro di Medicina Trasfusionale del Policlinico e direttore del Milano Cord Blood Bank.
Il sangue raccolto viene utilizzato brillantemente nella cura di leucemie, linfomi, talassemie, immunodeficienze e difetti metabolici.
Nonostante ciò le donazioni non sono ancora molte diffuse, su circa 450 mila nuovi nati avvengono solamente 12 mila donazioni.
Le donazioni pubbliche
Se si sceglie la donazione pubblica il sangue donato al momento del parto raggiunge le banche, come la Cord Blood Bank, dove viene esaminato, conservato e reso disponibile a tutti per la donazione. Il problema più grande che si presenta è che non tutti i prelievi hanno un numero sufficiente di cellule.
“Le banche pubbliche dunque raccolgono il sangue, lo analizzano, mettono in rete i dati in un database mondiale per identificare i donatori compatibili e, in ultima istanza, forniscono il materiale da trapiantare. Più donazioni ci sono e più è alta la probabilità di trovare un donatore compatibile”, dice Rebulla.
“Se il patrimonio mondiale raggiungerà un minimo di un milione di unità, sarà possibile garantire ai pazienti una probabilità almeno dell’ottanta per cento di trovare una donazione compatibile”.
Uso personale
Si può, invece, decidere di conservare il sangue del cordone in banche private, a pagamento, e tutte all’estero. In Italia, infatti, non è riconosciuta questa pratica e moltissimi esperti non la condividono e la ritengono quasi immorale.
Basterebbe che tutti donassero affinché questo diventi non solo un gesto altruistico, ma un modo per sapere che se dovesse servire a noi, in futuro, non avremo problemi a trovare una donazione compatibile.
Ci sono, però, delle attenuanti alla conservazione per uso personale. Questa è, infatti, consentita in casi estremamente particolari, in famiglie a rischio ereditario, affette ad esempio da talassemia. Per loro la conservazione per uso personale è infatti prevista e senza costi aggiuntivi.